Cronaca Locale

Plastica: trappola mortale per le tartarughe marine. Trovato morto un altro esemplare

L’esame ha consentito di evidenziare nell’intestino la presenza di corpi estranei (rifiuti e plastica) e nello stomaco purtroppo anche la presenza di alghe aliene, della specie Sargassum

Lo scorso 23 maggio Marevivo Sicilia su incarico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sicilia “A. Mirri”, ha provveduto al recupero di una carcassa di tartaruga marina, della specie Caretta caretta, segnalata dall’associazione Mareamico spiaggiata presso la foce del Fiume Akragas.

Una convenzione stipulata tra Marevivo Sicilia e l’IZS Mirri accresce le possibilità di studio, cura e conservazione della specie tartarughe marine. La convenzione ha visto anche una fase di formazione iniziale dei volontari, resasi necessaria per acquisire tutte le indicazioni utili a effettuare un recupero in sicurezza degli animali spiaggiati, deceduti o in difficoltà.

Il recupero degli esemplari non più in vita è di fondamentale importanza perché, se le condizioni lo consentono, permette d’individuare le cause dei decessi e contribuisce a mitigare i rischi di estinzione e assicurare una più lunga conservazione della specie.

Dalla necroscopia effettuata dall’IZS si è rilevato che l’esemplare mostrava un buono stato di nutrizione e l’assenza della pinna posteriore destra, lesione questa ben cicatrizzata, verosimilmente di vecchia data.

L’esame ha consentito di evidenziare nell’intestino la presenza di corpi estranei (rifiuti e plastica) e nello stomaco purtroppo anche la presenza di alghe aliene, della specie Sargassum.

Quest’alga è una specie invasiva che in atto contribuisce a sconvolgere il Mediterraneo; originaria del Mar dei Sargassi, si è diffusa rapidamente negli ultimi anni a causa dell’aumento delle temperature del mare, legato ai cambiamenti climatici e la sua presenza è divenuta preoccupante, aggiungendosi alle altre invasioni che negli ultimi mesi hanno riempito le cronache e accresciuto le preoccupazioni degli scienziati e degli operatori della pesca.

I risultati della necroscopia devono far riflettere sull’importanza di ridurre l’utilizzo di plastica monouso e soprattutto devono impegnare tutti a non abbandonarla in ambiente. Inoltre l’innalzamento della temperatura dell’acqua e l’arrivo di molte specie aliene sta mettendo in serio pericolo l’intero ecosistema marino e pertanto dobbiamo stimolare l’introduzione di misure urgenti che possono escludere la continua perdita della biodiversità.

Un ambiente fortemente a rischio è quello che si prospetta alle nuove generazioni ed oggi più che mai bisogna essere decisi ed autorevoli nella rappresentazione, non più eludibile, delle esigenze di limitare l’impatto ambientale, dalle più complesse scelte produttive ai semplici comportamenti quotidiani.

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Fonte: Corriere Di Sciacca

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Redazione

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