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Palermo, applausi a Brunori, fischi a Dionisi: ecco perché il “caso” va risolto al più presto

Sono trascorsi pochi mesi dal giorno in cui il direttore sportivo Morgan De Sanctis, per mettere a tacere chiacchiere su una possibile cessione di Matteo Brunori, dichiarava che quest’ultimo era inamovibile perché posto al centro del progetto della società ma sembra sia trascorso un secolo.

Non sappiamo di preciso cosa sia successo fra capitan Brunori e Dionisi ma i numeri parlano chiaro e smentiscono quanto dichiarato all’inizio del campionato dal direttore sportivo. In 14 gare Brunori ha giocato pochissimo, una media di 30 minuti a partita e non per infortuni ma, stando alle parole del tecnico, per scelta tecnica. lasciando però intendere di “non vedere bene” il giocatore durante gli allenamenti.

Questa situazione è ora al centro del dibattito fra i tifosi, che pure non avevano gradito lo sfogo istintivo del capitano, dopo l’ultima partita di playoff andata male con il Venezia. Brunori, che forse sperava anche di potere andare in serie A, aveva parlato delle “pressioni” della piazza palermitana.

Alla luce dei risultati prodotti dagli attaccanti del Palermo che giocano titolari, Henry e Le Douaron, non può condividersi l’atteggiamento dell’allenatore che non schiera titolare Brunori dal 6 ottobre scorso e che, cosa ancor più incomprensibile, lo tiene a riscaldare la panchina per poi farlo entrare in campo per una manciata di minuti.

Se il problema principale di questa squadra è la sterilità dell’attacco, perché non fare giocare chi ha segnato 67 gol in tre campionati, conquistando la seconda posizione nella classifica dei marcatori del Palermo di tutti i tempi?

È probabile che si tratti di un problema di modulo ma se i risultati non arrivano forse l’allenatore dovrebbe rivedere qualche sua convinzione cercando di sfruttare le doti migliori della rosa che ha a disposizione. Se invece la società ha già deciso di cederlo a gennaio, Brunori non dovrebbe giocare completamente.

Una cosa è certa: il capitano di una squadra che ha dato tanto alla città e ai tifosi non può subire l’umiliazione di entrare in campo a tre minuti dalla fine della partita, com’è successo nell’ultima partita casalinga contro i blucerchiati. Per questa ragione durante la gara contro la Sampdoria ci sono stati cori a favore di Brunori e alla fine fischi per l’allenatore e per la squadra (ingiusti) che non ha giocato male ma non ha finalizzato e non ha ottenuto la vittoria.

I tifosi amano la chiarezza e la voglia di lottare per un obiettivo e vogliono essere rispettati, non chiedono molto in fondo, per continuare a professare il loro amore per i colori rosanero e sostenere la squadra anche nelle difficoltà.

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Fonte: StadioNews24

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Redazione

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