Cronaca Locale

Crisi idrica: il sindaco di Agrigento minaccia di “rinunciare al titolo di Capitale italiana della cultura 2025”. Parlare a vanvera nuoce

AGRIGENTO- La siccità sta mettendo in ginocchio con una crisi idrica preoccupante crea disagi, malcontenti. Un contesto che cozza “Capitale italiana della cultura”, un titolo di cui la città dei templi dovrà fregiarsi nel 2025, senza nascondere sotto il tappeto problemi e storture che sono evidenti. Mancano 8 mesi alla fine dell’anno e nulla si sa dei progetti e della loro realizzazione.

Il sindaco Francesco Miccichè ha dichiarato di essere “pronto a rinunciare al titolo di Agrigento Capitale italiana della cultura 2025 se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica”. Lo ha detto partecipando all’assemblea dei sindaci dell’Aica, l’Azienda idrica dei comuni agrigentini, convocata con urgenza per discutere sulle possibili soluzioni da adottare per fronteggiare la crisi idrica.

Miccichè ha aggiunto: “Sono d’accordo. Bisogna coinvolgere il governo nazionale a sostegno di un’isola assetata e disperata. A breve incontrerò il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che ben conosce la condizione infrastrutturale idrica della regione. Gli consegnerò un documento congiunto, firmato da tutti i sindaci agrigentini, affinché siano adottate misure straordinarie. Ritengo necessario, tra l’altro, rendere utilizzabile il bacino più ampio a nostra disposizione: il mare. Quindi ripristinare i dissalatori lungo la costa, ad esempio a Porto Empedocle dove esiste un impianto dismesso”.

Il sindaco di Agrigento non ha ben capito che “Agrigento Capitale della Cultura 2025” non è un titolo di sua proprietà. Esternare pubblicamente la minaccia di restituire il titolo crea un danno enorme ad Agrigento e al suo territorio esteso. Quando parla non sa che creerebbe un danno al Ministero della Cultura perché rimarrebbe scoperto il 2025. Infatti, anche il secondo classificatosi non potrebbe mai realizzare i progetti in appena otto mesi.
Sorge il dubbio che Miccichè stia toccando con mano l’effetto delle inerzia del tempo fatto trascorrere. Tempo infruttuoso. La vicenda della fondazione è l’emblema di uno stato di superficialità che avvolge il sindaco nel gestire progetti di ampio respiro.
Filippo CardinaleFonte: Corriere Di Sciacca

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Redazione

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