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Il Palermo saluta la vetta: è l’ora dell’autocritica. Le pagelle ironiche di A&F
Arriva la penultima in classifica. E c’è solo un risultato. Non ammettiamo niente di meno che una vittoria. Giocando bene, male, così così, di culo oppure di rapina. Dobbiamo vincere. Dionisi completa il suo turn over facendo rifiatare Diakité e inserendo Pierozzi. A centrocampo rientra Verre mentre in avanti c’è una mezza sorpresa perché Le Douaron gioca punta centrale. Non sappiamo se si adatterà mai a giocare a destra ma nell’ultimo match in quel ruolo ci ha fatto vedere belle cose e quindi siamo d’accordo. Soprattutto, se segna per noi va bene tutto.
È il Palermo che fa la partita e il Cittadella aspetta e prova il contropiede. Copione scontato, direbbero quelli bravi ma siccome noi non lo siamo ci limitiamo a rammaricarci per una grande occasione capitata sui piedi di Insigne dopo venti minuti e, purtroppo, sarà la prima di una lunga serie, tutte malamente fallite. Infatti poco dopo lo stesso numero 11 si ripete dopo un controllo con “ruleta” che ci aveva fatto stropicciare gli occhi, ma poi la tira in curva!
Sembra incredibile ma dopo pochi minuti ancora lui ha un’altra occasione su assist di Le Douaron ma la spara sul portiere in uscita e poco dopo tira di nuovo alto. Il Palermo è padrone del campo e Insigne non sa più che cosa sbagliare. Il primo tempo si chiude sullo zero a zero ed è davvero incredibile che sia così. Il Palermo ha schiacciato gli avversari ma ha sbagliato troppo ed a noi, che di partite buttate al vento ne ricordiamo a carrettate, queste cose preoccupano!
I rosanero rientrano con lo stesso piglio ma il ritmo è certamente più basso e non si arriva in porta con la stessa facilità del primo tempo. A tratti il Palermo ricorda i vostri cronitifosi nella fase post prandiale, mentre tentano di raggiungere il divano per la pennichella. Dionisi se ne accorge e prova a scuotere la squadra con i primi cambi: Henry prende il posto di Le Douaron, Lund entra per Nikolau con Ceccaroni che si accomoda al centro della difesa, Diakité rileva Pierozzi nella speranza di spingere un po’ di più con le sue leve da cavallo pazzo.
E il ritmo un po’ sale, con il Palermo che comincia a schiacciare di nuovo il Cittadella nella sua area ma senza riuscire a sfondare. A questo punto Dionisi tenta il tutto per tutto e cambia Verre per Brunori che viene accolto da una ovazione. Entra anche Ranocchia per Gomes, già ammonito e un po’ nervoso, e si gioca tutti in avanti, anche se il Cittadella non rinuncia ad attaccare in contropiede perché la difesa rosanero, come sempre, non sembra del tutto ineccepibile.
Quando ormai aspettiamo solo il recupero per capire se riusciremo a vincere questa partita maledetta arriva un gol incredibile del Cittadella che ci fa sprofondare nella disperazione. Si gioca il recupero e il Palermo prende anche un palo. Ma la partita è davvero stregata. La maledizione del Cittadella colpisce ancora. Il Palermo ha avuto tante occasioni, che se non segni non servono a nulla, mostrando i soliti limiti di concretezza, poca intensità, confusione e amnesie difensive.
Ora anche la classifica comincia a preoccupare perché la distanza dai primi due posti diventa davvero larga mentre quella dal fondo si restringe sempre più. Se fossimo mister, società e giocatori cominceremmo a fare una seria autocritica, magari accompagnata da sedute psicoanalitiche, invece che continuare con questa inutile buffonata di andare sotto la curva non si sa bene per quale finalità.
Desplanches 5,5 – Due grandi parate su azioni su cui poi viene fischiato il fuorigioco. Due buone parate su azioni, invece, regolari. Poi una mezza minchiata sul tiro che vale la sconfitta. Chiaroscuro.
Pierozzi 4 – Se ti viene data l’occasione di giocare perché il titolare è affaticato, non puoi tirare fuori una prestazione in cui non ti riesce nulla, né in fase difensiva, dove è apparso sempre in ritardo né in fase offensiva, dove ha combinato poco o nulla. Bocciato.
(dal 20′ s.t. Diakitè) 5 – Entra per dare un po’ di velocità e di spinta ma non combina nulla di buono, continuando nella ricerca ormai disperata di un cross degno di siffatta qualifica. Fuori fase.
Nedelcearu 4,5 – Ogni volta che la palla viene giocata in velocità dagli attaccanti del Cittadella, e ripetiamo che si tratta del Cittadella, la difesa rosanero sembra in affanno, e lui più di tutti. Confuso.
Nikolaou 5,5 – Questa ripartenza dal basso che non si sa bene chi ce l’ha prescritta, e che odiavamo già da prima, penalizza certamente i difensori che non hanno i piedi buoni. Lui comunque si impegna e, per sua fortuna, è già uscito per infortunio quando il Palermo combina la frittata fatale. Salvato.
(dal 20′ s.t. Lund) 5 – Mezz’ora in cui avrebbe dovuto spingere a mille per lo sprint finale e, invece, è più ingolfato di una motozappa dopo una giornata sui campi: dal suo lato il Cittadella vince la partita. Contadino.
Ceccaroni 5,5 – Era stato uno dei migliori in maglia rosa sia come esterno che come centrale quando ha dovuto prendere il posto di Nikolau infortunato. Purtroppo, però, ha una evidente responsabilità sul gol che costa la sconfitta ed è pure sfortunato sull’ultima occasione che avrebbe potuto regalare, quantomeno, il pareggio. Paolino Paperino.
Segre 6,5 – Viene costretto in un ruolo di copertura e rottura delle trame avversarie rendendo i suoi inserimenti, per cui era risultato uno dei migliori centrocampisti della B, un lontano e nostalgico ricordo. Homesick.
Gomes 6,5 – Ennesima notevole prestazione per personalità ed intensità. Poi una ammonizione, immeritata, costringe alla sua sostituzione e, non a caso, il Palermo perde, prima, le chiavi del centrocampo e, poi, anche la partita. Amuleto.
(dal 37′ s.t. Ranocchia) s.v.:
Verre 6 – Un ottimo primo tempo in cui illumina la squadra. Nella ripresa non risulta sia entrato in campo. E allora perché lasciarglielo per un’altra mezz’ora? Part-time.
(dal 31′ s.t. Brunori) s.v. – Le cose sono due: o sta male, ed allora non deve giocare, oppure sta bene ed allora farlo entrare per 15 minuti finali, spesso a partita segnata, ed in un modulo che non si sa neppure più qual è, è semplicemente inaccettabile. Umiliato.
Insigne 4,5 – Entra da protagonista in tutte le azioni più pericolose del Palermo, mettendo in mostra belle giocate e tanta voglia di fare. Peccato che, poi, se le divori tutte lui, alcune anche in maniera invereconda. Scentrato.
Le Douaron 6,5 – Se vogliamo trovare un lato positivo nella disgraziata sconfitta contro il Cittadella è la sua prestazione. Tanto movimento e giocate in profondità, assist, purtroppo sprecati, un gol annullato e la certezza che uno così debba comunque giocare sempre e chi di dovere debba trovargli il posto. Titolare.
(dal 20′ s.t. Henry) 5 – Per quello che (non) ha fatto forse era meglio se fosse rimasto in campo il connazionale, anche se stanco morto. Impalpabile.
Di Francesco 4,5 – Parte bene poi sparisce, tant’è che quando controlliamo il tabellino finale rimaniamo a bocca aperta nell’apprendere che è rimasto in campo per tutta la gara. Disperso.
Dionisi 4 – Il ruolino di marcia del Palermo, soprattutto in casa, è da brividi. Ci sembra stucchevole insistere sulle molteplici occasioni fallite, anche perché quasi altrettante ne sono state concesse al Cittadella che, ricordiamo, era penultimo. Quando poi deve cercare di cambiare la partita dimostra di essere più confuso di un bancario durante una Louisiana su un campo da golf e la sconfitta arriva inesorabile. Exit strategy?
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Fonte: StadioNews24
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