Cronaca Locale
Il Wwf boccia disegno di legge sul randagismo

Verrà esaminato in aula all’Ars martedi 11 marzo. Per l’associazione ci sono articoli che peggiorerebbero le politiche di contrasto al randagismo
Il Wwf Sicilia centrale ha criticato i contenuti del disegno di legge n. 738, all’ordine del giorno della seduta dell’Ars dell’11 marzo, che apporta rilevanti modifiche all’attuale normativa regionale in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo. «Abbiamo studiato l’articolato da addetti ai lavori – dice Ennio Bonfanti, presidente di Wwf Sicilia centrale -. Le modifiche previste rappresentano un grave peggioramento delle politiche di contrasto al randagismo, depotenziandone le strategie più importanti (es. reimmissione sul territorio dei randagi sterilizzati) o sopprimendo la possibilità per le associazioni animaliste e zoofile di esercitare l’autonoma iniziativa nello svolgimento d’attività di interesse generale, in contrasto col principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art. 118 della Costituzione».
I legali dell’associazione, inoltre, hanno ravvisato alcuni profili di illegittimità delle nuove norme, che mal si conciliano con le superiori e vincolanti disposizioni del Codice del Terzo settore (decreto legislativo 117/2017 e Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 36/2023), ad esempio la concessione in comodato di beni immobili degli enti pubblici, l’affidamento in gestione dei rifugi per cani ecc. Altre disposizioni contrastano con la necessità di garantire efficacia ed efficienza alle azioni demandate a Comuni ed Asp, addirittura comportando ulteriori oneri finanziari per gli enti locali. «Con le nuove norme si favoriscono in maniera palese le dinamiche nefaste e spregiudicate relative ai canili privati – denuncia Bonfanti – che, lucrano sulla pelle degli animali. Realtà che in Sicilia si sono già manifestate, tanto da dover far intervenire l’autorità giudiziaria per debellare il riprovevole fenomeno del business randagismo». Nella nota il Wwf evidenzia che «ogni intervento legislativo sulla materia debba necessariamente contribuire ad innalzare i livelli di tutela degli animali e di rispetto dei loro diritti, anche in ossequio ai valori della Costituzione.
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Fonte: Corriere Di Sciacca
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