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Sampdoria – Palermo 1 – 1 LE PAGELLE / Pohjanpalo fa poker. Audero, che papera!

Signori, è un altro Palermo. Il pareggio finale non rispecchia l’ottima prestazione della squadra, la migliore dell’anno in trasferta, anche perché condizionata pesantemente da una clamorosa gaffe di Audero, il grande ex, che dopo nemmeno un minuto di gioco ha regalato alla Sampdoria il gol del vantaggio.
In altre circostanze il Palermo si sarebbe sgretolato, stavolta no. Ha giocato con buona qualità per tutto il primo tempo alla caccia del pareggio – trovandolo nel finale di tempo con il solito Pohjanpalo – e giocando tutta la ripresa in attacco, alla ricerca della vittoria che avrebbe avuto un effetto deflagrante. Quando i rosa sono rimasti per una trentina di minuti in superiorità numerica è stato letteralmente un assedio all’area avversaria, con una miriade di potenziali palle gol ribattute in qualche modo dai difensori avversari.
Ecco, a voler cercare il pelo nell’uovo, il Palermo anche a Genova – come sette giorni fa col Brescia – ha segnato un solo gol nonostante abbia prodotto più di 20 tiri verso la porta e deve parecchio migliorare sotto il profilo della concretezza. Perché non vincere a Genova è stato un delitto.
Resta il fatto che in termini di personalità la squadra è in costante crescita, nonostante stavolta ci fosse qualche emergenza in difesa. Ma i meccanismi di gioco hanno funzionato, i rischi in difesa sono stati pressocché nulli e il gol della Sampdoria se l’è fatto il Palermo da solo. La crescita di convinzione è la cosa più importante in vista delle prossime partite, il punticino conquistato sposta poco in classifica ma dà continuità di risultati.
SAMPDORIA: Cragno 5,5; Curto 6,5, Altare 6,5, Veroli 5,5 (dal 39′ s.t. Riccio s.v.); Depaoli 5 (dal 24′ s.t. Bereszynski 6), Ricci 5,5, Meulentseen 6, Beruatto 5,5 (dal 13′ s.t. Venuti 5,5); Oudin 5,5 (dal 13′ s.t. Akinsanmiro 3); Coda 6 (dal 13′ s.t. Sibilli 5,5), Niang 7.
PALERMO: Audero 4; Baniya 6,5, Blin 6,5, Magnani 6,5; Pierozzi 7 (dal 34′ s.t. Segre s.v.), Gomes 6,5, Ranocchia 6,5, Di Francesco 6; Verre 7 (dal 28′ s.t. Le Douaron s.v.), Brunori 6,5; Pohjanpalo 7.
Audero 4: Mamma mia, che tramvata! Nello stadio dove ha giocato e dove è stato applaudito dai tifosi anche prima della partita, commette una clamorosa ingenuità regalando dopo 50 secondi la palla dell’1 a 0 a Coda: giocata di piede fuori dall’area, passaggio sbagliato proprio sui piedi dell’attaccante avversario che segna il più comodo dei gol a porta vuota. E il mondo gli cade addosso: ci vogliono dieci minuti (e un’altra incertezza) prima di smaltire la botta psicologica. Poi si riprende con una serie di parate attente e non semplicissime e con buone uscite alte; ma quell’errore è imperdonabile.
Baniya 6,5: Ha di fronte un avversario molto insidioso come Niang che gli crea difficoltà, ma tutto sommato se la cava senza troppi danni. Ed è anche importante il suo lavoro di spinta in avanti, a tratti perfino spregiudicato. Ma il gol nasce da un corner che si è procurato lui con una conclusione sotto porta. Atleticamente sta bene.
Blin 6,5: Dionisi lo ripropone al centro della difesa e stavolta – rispetto a Cosenza – il compito è più difficile perché deve vedersela con il bomber Coda e con un attacco certamente più pericoloso di quello calabrese. Guadagna una comoda sufficienza con il senso della posizione e con l’intelligenza tattica che di sicuro non gli mancano.
Magnani 6,5: Anche lui deve cedere la sua posizione preferita di centrale per presidiare la fascia sinistra. Non è una partita facile, specie con la squadra sbilanciata in avanti per cercare di rimontare il gol iniziale. Ma lui è solido e non dimentica di dare un occhio ai compagni per tenere la difesa compatta. Nella ripresa, con il risultato di parità il suo peso specifico aumenta, va anche vicino al gol con una rasoiata a fil di palo e con un colpo di testa in mischia.
Pierozzi 7: Ancora una volta interpreta benissimo il ruolo di quinto di centrocampo, spinge tantissimo, crea problemi agli avversari, tocca tanti palloni e quasi mai in modo banale. Negli ultimi 15 metri magari può fare meglio ma ha macinato chilometri su chilometri. Esce stremato dopo aver rimediato un’ammonizione che forse non ci stava e che gli costerà la squalifica.
(dal 34′ s.t. Segre) s.v.: Viene utilizzato nel ruolo di Pierozzi, sulla fascia destra, per dare intensità al forcing finale dei rosanero. Ma la squadra perde brillantezza con il passare dei minuti.
Gomes 6,5: Una interpretazione molto diversa dal solito. Meno palloni in orizzontale e qualche rischio in più in fase di possesso palla, a cercare la giocata in grado di mettere la squadra in superiorità numerica. Commette qualche errore in più ma il coefficiente di difficoltà delle sue giocate era molto più alto. E ci ha messo anche tanta corsa e rincorse difensive che sono state preziose. Nella ripresa è calato un po’.
Ranocchia 6,5: La prima impressione è che sia un po’ sottotono, meno ‘dentro’ alla partita. Caracolla sulla fascia sinistra, cerca il dialogo con Di Francesco, fa qualche buona giocata ma soprattutto è suo l’assist del gol di Pohjanpalo, sugli sviluppi di un corner battuto sulla destra. Cresce nel secondo tempo, sfiora un gol con un tiro cross, mette in mostra i suoi piedi raffinati da cui può nascere sempre qualcosa.
Di Francesco 6: Nella partita con il Brescia era stato devastante sulla fascia, stavolta un po’ meno; qualche spunto in profondità ma senza giocate particolarmente importanti per almeno un’ora di gioco. Però è ben calato nel ruolo di quinto, si occupa della fase difensiva e di quella offensiva senza risparmiarsi. E non è un caso che lui inizia e conclude l’azione di contropiede che porta all’espulsione di Akinsanmiro che cambia ancora la partita.
Verre 7: È diventato imprescindibile nelle gerarchie dell’allenatore e il fantasista ha fatto di tutto per dare ragione a Dionisi. Colpisce il fatto che sia stato molto più mobile del solito, è stato un riferimento della squadra nella produzione del gioco offensivo. Ha scodellato un pallone per Brunori che meritava maggior fortuna, ha pennellato l’assist per la fuga in contropiede di Di Francesco, ha quasi sempre mostrato buona vivacità e voglia di incidere. Esce al 70esimo, come da copione, forse qualche minuto in più l’avrebbe potuto giocare.
(dal 28′ s.t. Le Douaron) s.v.: Che non sia un trequartista l’ha già dimostrato col Brescia, stavolta non entra bene in partita.
Brunori 6,5: Dobbiamo abituarci a una valutazione diversa della sua partita. Fa l’attaccante a mezzo servizio (un suo bel colpo di testa nel primo tempo sfiora la traversa) perché l’altra metà del lavoro la dedica – fuori dall’area – a ‘pulire’ palloni e a dare una mano a smistare palloni offensivi. Difficile togliergli la palla dai piedi, difficile che lui sprechi qualcosa. Mezzo punto in più per una clamorosa rincorsa in difesa, nel finale del primo tempo, con cui argina una pericolosa azione di contropiede della Sampdoria.
Pohjanpalo 7: E sono quattro. Quattro gol consecutivi che giustificano sempre di più il suo ingaggio. Segna di testa, alla fine del primo tempo, sfruttando una respinta non perfetta di Cragno ma trovando un angolo millimetrico che ha impedito il salvataggio di un difensore. È una minaccia costante nell’area di rigore, anche quando gli arrivano pochissimi palloni giocabili, e dimostra una personalità contagiosa.
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Fonte: StadioNews24
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