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Scommesse illegali, la Procura FIGC chiede gli atti: cosa rischiano i calciatori

Nuova bufera sul calcio italiano: la Procura Federale della FIGC ha richiesto ufficialmente alla Procura di Milano gli atti relativi a dodici calciatori coinvolti in una nuova inchiesta sulle scommesse illegali. I documenti dovrebbero essere trasmessi a breve, anche grazie ai solidi rapporti di collaborazione già esistenti tra le due procure su diverse vicende extracalcistiche.

Con l’arrivo degli atti, la Procura FIGC procederà ad aprire un fascicolo d’indagine sui tesserati coinvolti. Tuttavia, difficilmente saranno di nuovo sotto procedimento Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, che nel 2023 hanno già patteggiato pene importanti nell’ambito del primo filone d’inchiesta. Il principio giuridico del “ne bis in idem” impedisce un secondo processo per gli stessi fatti, salvo che emergano nuovi e rilevanti elementi.

L’aspetto cruciale dell’indagine riguarda il tipo di scommesse effettuate. In base all’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva, i calciatori possono essere sanzionati solo se hanno scommesso su partite di calcio organizzate da FIGC, FIFA o UEFA. Chi venisse riconosciuto colpevole rischierebbe una squalifica di almeno tre anni e un’ammenda minima di 25.000 euro.

Un ulteriore scenario possibile riguarda il patteggiamento. I calciatori che collaborassero con la Procura potrebbero ottenere uno sconto del 50% sulla sanzione prevista, evitando così il deferimento e accelerando i tempi di chiusura dei procedimenti. Questa possibilità potrebbe spingere alcuni dei coinvolti a confessare per limitare le conseguenze disciplinari.

Dal punto di vista procedurale, la Procura FIGC avrà 60 giorni di tempo per concludere l’indagine, con la possibilità di proroga per altri 60 giorni complessivi. Al termine di questo periodo, sarà deciso se procedere con l’archiviazione dei casi o avanzare i deferimenti contro i tesserati coinvolti.

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Fonte: StadioNews24

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Redazione

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